di Gi Elle

Il Natale interpretato dal fascino antico delle icone di Susanna Carlevaris, ma anche dalla rustica suggestione dei presepi in “scus”: ecco la nuova proposta della Vetrina del Rojale, a Remugnano, offerta dalla bella mostra inaugurata da pochi giorni e che ha per titolo “Radici e Anima”. Mostra che ci accompagnerà per tutte le feste di fine anno, essendone prevista la chiusura il 10 gennaio, quindi dopo l’Epifania.
“Il titolo, certamente emblematico, come ci spiega la stessa Susanna, è stato scelto per questa rassegna perché – ha osservato alla vernice Renata Barborini,  presentando l’artista e le sue opere – le immagini sacre sono per cultura e tradizione le nostre “radici”, quelle su cui è basato il nostro “credo”;  “Anima” perché ci evocano i sentimenti più puri e più belli, e che quindi fanno riferimento al nostro essere più profondo”.

Due momenti della vernice della mostra di Susanna Carlevaris.


Ma chi è Susanna Carlevaris? “Vive a Tricesimo, ma possiamo considerarla  – ha spiegato ancora la Barborini, che è pure segretaria della Pro Rojale – un po’ reanese di adozione, in quanto per un periodo ha lavorato anche sul nostro territorio,  dove la ricordano tutti per la sua gentilezza e professionalità. Da autodidatta, ha mosso i primi passi nel campo dell’arte, già da conoscitrice, poiché proviene da una famiglia di artisti e addirittura vanta la discendenza da un famoso pittore vedutista veneziano, Luca Carlevaris, vissuto a cavallo del ‘700, considerato precursore del Canaletto. Ha seguito dei corsi, per così dire di perfezionamento, che l’hanno fatta accostare anche all’arte di Gianni Borta, di cui vedremo i risultati a gennaio”. Infatti, conclusa questa mostra natalizia, sarà esposta un’altra parte della produzione artistica di Susanna Carlevaris, dedicata ad un diverso stile pittorico e pure ad altri soggetti.
E veniamo alle icone. “La cura, la dovizia di particolari, i materiali, i colori e le tecniche utilizzate, tutto concorre – ha osservato Renata Barborini – a rendere le opere veramente un’espressione dell’anima. Sono talmente vive ed intense che sembrano uscire dalla tela e riempiono la stanza di colore ed atmosfera. La pittrice ha scelto di rappresentare in queste icone alcune figure che hanno suscitato in lei un particolare interesse, prendendo spunto da altre icone, di diversa provenienza, come ad esempio l’icona di ispirazione russa che possiamo osservare qui a lato, derivante da un’opera del 17° secolo, o da dipinti da cui ha tratto il personaggio trasformandone il ruolo e magari addolcendone l’espressione, come nel “Velo verde”, omaggio a Tamara De Lempicka”.

Ecco la Madonna con il Bambino Gesù e il Cristo Pantocratore.


E ancora: “La regalità di Santa Caterina d’Alessandria, opera realizzata su tela, omaggio a Carlo Crivelli, pittore di origine veneziana del 1400, è resa in maniera splendida dalla lavorazione della foglia d’oro, ma sono anche l’incarnato e l’espressione del viso della Santa che catturano e paiono ricambiare il tuo sguardo. Anche le due Madonne, entrambe omaggio a Crivelli, una su tela, la Madonna Castiglioni, mentre l’altra, la Lanchis, su malta come il Cristo Pantocratore, particolare dal duomo di Cefalù, sono opere splendide e particolarmente curate e rappresentative”.
Ed ecco infine l’essenza della mostra, cui facevamo cenno all’inizio: “Visto il periodo natalizio – ha spiegato, concludendo, Renata Barborini – e quanto le icone rappresentano da sempre nell’ambito della cristianità, abbinare alle opere un presepio, nel nostro caso in cartoccio, ci è sembrata  la scelta giusta per accostare qualcosa di ugualmente mistico e rappresentativo, ma più “terreno”, a queste figure idealistiche e spirituali che appaiono al di fuori del tempo avvolte da un’aura quasi magica”.

Santa Caterina d’Alessandria.


Ricordiamo che la mostra può essere visitata il martedì e giovedì dalle 10 alle 12; il venerdì e il sabato dalle 15 alle 18. Per appuntamenti: Pro Loco del Rojale  3494244611, Susanna Carlevaris 3454036875. Informazioni: info@prolocodelrojale; fb Proloco del Rojale.

Infine, due bei presepi in “scus” (cartoccio).

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In copertina, un’icona mariana e un presepe fatto di “scus”.

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